In Cina pensano che non sia più necessario insegnare l’inglese a scuola

5 Ottobre 2021
Fino a qualche tempo fa, la chiave del successo in Cina era l’inglese. La conoscenza di questa seconda lingua, infatti, garantiva l’accesso a posizioni lavorative migliori. Quest’anno tuttavia, c’è stato un brusco cambio di direzione, che si potrebbe definire addirittura rivoluzionario. Il crescente nazionalismo culturale, alimentato anche dalle autorità, si è tradotto in un taglio drastico dello studio dell’inglese, a favore di arte ed educazione fisica.
L’inversione di tendenza ha lasciato perplesse molte famiglie cinesi, che finora avevano stretto la cinghia pur di iscrivere i propri figli a scuole e corsi pomeridiani per imparare la principale lingua della comunicazione globale. Il governo, infatti, ha annunciato l’arrivo di riforme per rendere più egualitarie le opportunità educative e regolamentare il settore dell’istruzione privata. Nella maggior parte delle scuole pubbliche cinesi, infatti, l’inglese viene insegnato in modo meccanico. Per apprendere le abilità comunicative e di speaking molti studenti frequentano lezioni di inglese al di fuori della scuola e questa abitudine ha creato una sorta di “industria”. Non è un caso del resto se in quasi tutte le città cinesi ci siano numerose accademie linguistiche private.
A fine luglio sono state chiuse le scuole pomeridiane private dove s’impartivano lezioni di cinese, matematica e inglese. D’ora in avanti a occuparsi dell’insegnamento supplementare dovranno occuparsene le organizzazioni senza fini di lucro e non durante i fine settimana. Nell’offerta formativa inoltre, non possono trovarsi le principali materie scolastiche, tra cui l’inglese.
L’allarme arriva dai genitori cinesi, che hanno condiviso sui loro profili internet le preoccupazioni riguardo al sistema educativo cinese. Queste riforme, che almeno in teoria non sarebbero dirette contro la lingua inglese, dovrebbero “solo” contenere la crescita incontrollata dell’istruzione privata, ma di fatto non è così. Nei media e sui social network, infatti, si discute animatamente sul fatto se sia necessario o meno che i giovani cinesi investano così tanto tempo nello studio di una lingua che espone alle idee occidentali estranee alla cultura cinese.
Intanto si vedono già gli effetti di questa presa di posizione contro la lingua inglese e l’Occidente in generale. A Shanghai, la capitale economica della Cina, un dipartimento dell’educazione, ha rinunciato all’esame internazionale di inglese e la provincia di Liaoning ha persino abbassato il numero dei punti per l’inglese nel duro esame Gaokao di ammissione all’università. In questo modo, infatti, ha ridotto l’importanza di questa lingua, che racchiude in definitiva, un altro mondo.